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mercoledì 24 settembre 2014

Milano, Architettura del 2000

Questo post è anomalo rispetto ai precedenti in quanto non si tratta di una passeggiata in pausa pranzo ma di una visita guidata (guida Gianluca Nazzaro). L'oggetto della visita è il progetto per il nuovo Centro Direzionale di Porta Nuova.

Premessa Storica
Il Centro Direzionale di Porta nuova è un progetto che nasce negli anni '50 del '900 (piano regolatore del 1953), il luogo scelto è la zona di Porta Nuova in quanto si trova all'incrocio delle due principali arterie viarie dell'epoca (via Melchiorre Gioia e la circonvallazione), comprende le due principali stazioni ferroviarie (Stazione Centrale e futura stazione di Porta Garibaldi), ed era già prevista anche la linea metropolitana (M2). Sono di quel periodo alcuni edifici quali la Torre Breda, la Torre Galfa, il Grattacielo Pirelli, il grattacielo del Comune di Milano. Questo progetto non venne portato a termine.

Il nuovo progetto di Porta Nuova prende avvio da qui.

Premessa linguistica
Geograficamente la zona oggetto del nuovo progetto di Porta Nuova, comprende tre aree: Porta Garibaldi, l'area delle Varesine  e il quartiere Isola. Il nome Porta Nuova è mutuato da quello della vecchia stazione di Porta Nuova: poichè essa costituiva il principale collegamento ferroviario con Varese, era nota anche come la stazione delle "Varesine". 
La stazione venne parzialmente smantellata con l'apertura della nuova Stazione Centrale nel 1931, e definitivamente dismessa nel 1961 con la costruzione della nuova stazione di Porta Garibaldi.

Il percorso

Piazza Gae Aulenti 
Si parte da Piazza Gae Aulenti, è una piazza circolare del diametro di 100 metri soprelevata di 6 metri rispetto al piano stradale. E' stata progettata dall'architetto italo argentino César Pelli a completamento delle omonime torri. Al centro della piazza c'è una fontana il cui fulcro è il Solar Tree progettato da Ross Lovegrove per Artemide.
Un'altra opera presente è la panchina-scultura in ardesia che percorre la circonferenza della fontana ed è lunga 105 metri. Infine c'è la scultura sonora di Alberto Garutti, 23 metri di tubi cromato ottone, dedicata a chi, passando, "penserà alle voci e ai suoni della città".

La piazza è circondata dal complesso delle Torri Pelli, si tratta di tre edifici:


  • La torre Unicredit, conta 32 piani ed è alta 231 metri, attestandosi così come il più elevato edificio italiano (l'edificio conta circa 146 metri, più gli 85 della guglia).
  • La torre B, conta 22 piani in circa 100 metri di altezza.
  • La torre C, conta 12 piani e misura circa 70 metri di altezza.






La guglia, o spire, sopra la torre A, posata a settembre 2011, è alta 85 metri ed è interamente rivestita di led che possono assumere diversi colori a seconda della ricorrenza (una delle combinazioni è il tricolore italiano).
L'architetto César Pelli è noto soprattutto per un'altra sua opera: le Petronas Tower di Kuala Lumpur.

Bosco Verticale 
Bosco verticale è il nome di due torri residenziali di 111 metri e 78 metri disegnate da Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra). La peculiarità di queste costruzioni è la presenza di oltre 900 specie arboree (550 alberi nella prima torre e 350 nella seconda, circa) sugli 8.900 m² di terrazze.

Queste torri vogliono anche essere un omaggio al Bosco di Gioia, abbattuto nel 2006 per fare posto al nuovo Palazzo Lombardia.

Torri Garibaldi
Alte 100 metri per 25 piani, sono state costruite tra il 1984 e il 1992 su progetto degli architetti Laura Lazzari e Giancarlo Perrotta. Gli edifici erano originariamente caratterizzati da una facciata dalla tonalità arancione tenue, con esterni misti a vetrate e copertura solida. Di uguale struttura, le due torri differivano per la forma del tetto: una terminava con un tetto concavo, l'altra con tetto convesso, come rappresentazioni concettuali rispettivamente del maschio e della femmina.


Il progetto di ristrutturazione totale di facciate e interni, firmato dall'architetto Massimo Roj, è stato avviato a inizio 2008 a partire dalla Torre B. La ristrutturazione è terminata nel settembre 2012.
Le facciate in vetro hanno un andamento sfaccettato che crea interessanti effetti di luce.

Quartiere Isola 
Il quartiere Isola di Milano è un quartiere popolare, sorto a cavallo fra il XIX e il XX secolo, della Zona 9 di Milano. È posto a nord del centro cittadino, fuori da Porta Garibaldi, da cui è separato dall'omonima stazione ferroviaria. La sua denominazione può far riferimento alla particolare condizione che visse la zona, fisicamente separata dal resto della città dalla ferrovia, nella seconda metà del XIX secolo. E' noto per le sue bellissime case di ringhiera e le botteghe artigiane.

Il progetto di Porta Nuova è coordinato dallo studio statunitense Hines, una sede della Hines Italia si trova nella zona posteriore in questa palazzina dell'800 completamente restaurata; nella parte anteriore, invece, si trova il risorante "Ratanà", proprietà del comico Antonio Albanese; il nome è un omaggio al "prét de Ratanà", don Giuseppe Gervasini. Di fianco alla palazzina sorge una nuova struttura dedicata agli artisti di strada: a compensazione della cascina che utilizzavano e che è stata abbattuta per far posto ai nuovi palazzi.
Palazzo Lombardia 
Questo palazzo, alto 161,3 metri è la nuova sede della Regione Lombardia.

E' composto da una torre di 161 metri in calcestruzzo armato, acciaio e vetro, circondata da un sistema complesso di edifici curvilinei (le Vele), alti dai sette ai nove piani, in cui sono concentrate le funzioni culturali, di intrattenimento e servizio, collegati da una piazza di forma ovoidale con una copertura in materiale plastico. Tale piazza è stata denominata "Piazza Città di Lombardia" ed è la piazza coperta più grande d'Europa.




Il complesso sorge sull'area già occupata dal Bosco di Gioia. Si trattava inizialmente di un giardino con vivaio di proprietà della contessa Giuditta Sommaruga. Essa rimase vedova e senza figli (l'unica figlia morì in giovane età) e lasciò il giardino all'ospedale Cà Granda perchè lo riqualificasse e lo utilizzasse per scopi umanitari, continuando comunque ad ospitare il vivaio Fumagalli in affitto. Dopo varie vicissitudini il terreno, in completo abbandono, divenne proprietà della Regione Lombardia e le piante del vivaio crebbero incolte caratterizzando il parco con un bosco di più di 200 esemplari, da cui la denominazione di bosco. 
L'area rimase abbandonata fino al 2000 quando partì il progetto per la nuova sede della Regione.
Il bosco fu abbattuto in una notte nei primi giorni del gennaio 2006 fra le proteste dei cittadini. A parziale compensazione, il progetto Porta Nuova comprende una vasta area adibita a parco.

Il progetto di Palazzo Lombardia fu scelto perchè dialogava con la vecchia sede, il Grattacielo Pirelli. 

Si tratta di un dialogo per opposti: mentre il grattacielo Pirelli ha una facciata piatta e una struttura chiusa, Palazzo Lombardia ha un andamento curvo e le struttura è aperta (al punto che da certe angolazioni sembrano due grattacieli distinti che si intersecano)

Grattacielo del Comune di Milano
La Torre Servizi Tecnici Comunali è un grattacielo alto 90 metri per 24 piani, è stato per anni uno degli edifici più alti di Milano. Fu costruito nel 1966 su progetto degli architetti Renato Bazzoni, Luigi Fratino, Vittorio Gandolfi, Aldo Putelli, come parte dell'incompiuto "Centro Direzionale".

Torre Solaria 
La Torre Solaria (spesso chiamata semplicemente Solaria) è una delle più importanti opere architettoniche del Progetto Porta Nuova inserito nel Centro Direzionale di Milano. Con i suoi 143 metri è l'edificio residenziale più alto di Milano e d'Italia.

L'edificio è composto da tre ali ben distinte (Solea, Aria e Solaria), ognuna con un'altezza differente, che convergono in un nucleo centrale da dove arriva la luce naturale.


L'edificio è inoltre dotato di spazi multiuso riservati ai residenti e ai loro ospiti: sala per feste private, sala home theatre con maxischermo, sala biliardo, sala lettura, area gioco bimbi, area per la pratica dello yoga, area attrezzata per meeting di lavoro. Gli ascensori sono stati progettati con una tecnologia che consente di minimizzare i tempi di attesa e di accogliere fino a 13 persone. 
Il complesso sorge sul terrapieno delle ferrovie Varesine, il podio centrale è soprelevato rispetto al piano stradale ed è raggiungibile tramite rampe di scale, un ascensole o il ponte pedonale che lo collega a piazza Gae Aulenti.
Torre Diamante
Costruito nell'ambito del progetto di riqualificazione urbana denominato Progetto Porta Nuova, è alto 140 metri e ciò lo rende il quarto grattacielo più alto di Milano e il quinto più alto d’Italia. La torre ha una forma sfaccettata che ricorda quella di un diamante (da cui deriva, appunto, il nome), ed è correlata da una serie di corpi bassi, chiamati Diamantini che si pongono come elemento di continuità del grattacielo stesso. Questi ultimi edifici, come la torre, saranno adibiti a uffici. È, inoltre, l'edificio in acciaio più alto d'Italia.




martedì 16 settembre 2014

Intorno alla Crocetta





Oggi ho esplorato i dintorni di Largo Crocetta.

Prima tappa: Cripta della chiesa della Beata Vergine Annunciata nell'Ospedale Maggiore
All’interno del vasto complesso di quello che fu nel xvi secolo l’Ospedale Maggiore Ca’ Granda e che è oggi sede dell’Università degli Studi di Milano, è situata la seicentesca chiesa della Beata Vergine Annunciata.
Al piano inferiore della chiesa, la cripta ha custodito i corpi dei degenti defunti nell’ospedale fino alla fine del xvii secolo. Le sue camere sepolcrali, in disuso dal 1695, vennero ripristinate nel 1848 per dare sepoltura ai patrioti caduti durante le Cinque Giornate di Milano, i cui resti verranno in seguito trasferiti nell'ossario sottostante al monumento di piazza Cinque Giornate.
Questa cripta è visitabile grazie ai volontari del Touring Club Italiano (vedi link).




















Seconda tappa: la chiesa della Beata Vergine Annunciata nell'Ospedale Maggiore
La chiesa dell'Annunciata fu edificata nel 1637, su progetto degli architetti Giovanni Battista Pessina, Francesco Maria Ricchini e Fabio Mangone, grazie alla donazione Carcano che rese possibile ampliare la Ca' Granda.
L'edificio è a pianta quadrilatera ed è coperto da una cupola sorretta da otto colonne e coretti al primo piano. Per ornare l'altare fu commissionato al pittore Francesco Barbieri da Cento detto "Il Guercino" un dipinto raffigurante l'Annunciazione, terminato nel 1639 e ancora oggi in loco. Nell'Ottocento lo stabile fu soggetto a una serie di modifiche tra cui l'aggiunta di una parte absidale, delle vetrate, realizzate da Enrico Crespi e Ludovico Pogliaghi, e della Via Crucis di Federico Buzzi. Durante le incursioni aeree dell'agosto del 1943 l'edificio fu pesantemente colpito e i lavori di ripristino del dopoguerra ne modificarono profondamente l'aspetto interno.














Terza tappa: la Cà Granda
La Ca' Granda, già sede dell'Ospedale Maggiore di Milano, è un edificio situato tra via Francesco Sforza, via Laghetto e via Festa del Perdono, a ridosso della basilica di San Nazaro in Brolo. Opera dell'architetto fiorentino Filarete, fu uno dei primi edifici rinascimentali a Milano ed ebbe un ampio seguito in tutta l'Italia settentrionale.








La costruzione dell'edificio prese avvio nella seconda metà del Quattrocento, su impulso del Duca di Milano Francesco Sforza, allo scopo di dotare la città di un unico grande ospedale per il ricovero e la cura dei malati, che precedentemente venivano ospitati in vari ospizi sparsi per la città.

Quarta tappa: la chiesa di Sant'Antonio Abate
Le origini del complesso ecclesiastico di S.Antonio Abate risalgono alla prima metà del '300, quando gli Antoniani, appartenenti ad un ordine monastico ospedaliero sorto in Francia nell'XI sec. furono chiamati a Milano a reggere l'ospedale fondato nell'area della chiesa attuale per legato testamentario di Ruggero del Cerro nel 1127 e destinato alla cura del "fuoco sacro" o "fuoco di S. Antonio".
Nel 1438, grazie all'intervento del precettora degli Antoniani, Filippo Provani, fu costruita la prima chiesa della quale rimangono oggi soltanto la torre campanaria e, forse, alcune parti dell'altare maggiore marmoreo della mensa. Nel 1452 l'Ospedale di Sant'Antonio venne soppresso e un decreto di Papa Nicola V stabilì che la chiesa e i suoi beni venissero dati in commenda. 
I nuovi commendatari, i Trivulzio, promossero il rinnovamento dell'edificio.
L'opera venne conclusa nel 1584 dall'architetto Dionigi Campazzo.








Madonna con Bambino e Angeli, di Camillo Procaccini

Quinta tappa: i giardini della Guastalla
L'omonimo Collegio della Guastalla nasce a Milano nel 1555 ad opera di Paola Lodovica Torelli, Contessa di Guastalla, nata nel 1499 e rimasta vedova a soli 29 anni, si trasferì a Milano dopo aver venduto il suo feudo ai Gonzaga. Fondò quindi un monastero, dedicandosi all'educazione di "fanciulle nobili ma decadute" che, senza dote o altri mezzi, sarebbero finite altrimenti in convento o su una cattiva strada.

la peschiera

La sede originaria del Collegio si trova dietro l'Ospedale Maggiore di Milano in un grande palazzo con giardino, attuale sede del Giudice di pace.
Nel 1937 il Comune di Milano decise di espropriare il palazzo, e il Collegio venne trasferito a Monza.
 

l'albero dei sigari
Tra gli alberi presenti nel giardino è particolarmente curiosa una catalpa bignonioides ‘Walt’, albero dei sigari dal tronco molto contorto e monumentale e dalla chioma asimmetrica, quasi una scultura vegetale.

Dai giardini è possibile ammirare la Sinagoga centrale di Milano: edificata nel 1892, ricostruita nel 1953 ed ancora ristrutturata nel 1997, è il principale luogo di culto della comunità ebraica di Milano. Dal 1993 ha preso il nome di Tempio centrale Hechal David u-Mordechai. È situata in via Guastalla 19.
Sempre in via della Guastalla, a sinistra della Sinagoga, è possibile ammirare un curioso portale con due satiri: presumibilmente era collocato in un complesso termale romano ed è stato "riciclato".

Sesta tappa: Crocetta
Le croci stazionali, o crocette, erano croci che fin dal Trecento, all’epoca di Barnabò Visconti, erano sorte nei crocevia cittadini con funzione di chiesa all’aperto in caso di pestilenza. Sotto la croce e su un tavolo, infatti, si celebravano i riti religiosi che così, senza uscire di casa, potevano essere seguiti anche dagli appestati condannati agli arresti domiciliari.


Nel biennio 1576-1577, con la peste detta di san Carlo, che colpì Milano e il suo circondario, le crocette aumentarono di numero: per aumentata gravità della peste, per aumentata popolazione e aumentati crocevia. Da meno di una decina, con san Carlo Borromeo diventarono diciannove e con il cardinale Federico Borromeo trentanove.

Con san Carlo le crocette non solo servivano per celebrarvi la messa o per recitarvi il rosario, ma anche da stazioni della Via Crucis (perciò dette anche stazionali), nelle quali sostare in preghiera tutti insieme: autorità religiosa, civile, militare e popolazione di ogni ceto. Purtroppo quest’agglomerato favoriva paurosamente l’ulteriore diffusione della peste.
Già con san Carlo, e soprattutto dopo di lui, le crocette cambiarono aspetto. Generalmente dedicate a uno dei primi vescovi della chiesa ambrosiana, nelle crocette la croce si allontanava dal suolo con l’interposizione, prima di una colonna, e poi di un personaggio issato sulla colonna, in modo che da protagonista la croce diventava elemento secondario di un monumento dedicato a un abitante del paradiso con la croce in mano. Naturalmente, anche con aspetto cambiato, davanti alle crocette riformate si sarebbero regolarmente continuati a celebrare riti religiosi. 

la crocetta con la statua di San Calimero