Percorso (Gmap)
Il percorso di questa gita si snoda per una parte di quello che era il Sesitere di Porta Orientale (o Porta Renza in omaggio ad Alessandro Manzoni: infatti Renzo, protagonista dei Promessi Sposi, entrò a Milano passando da qui).
Prima tappa: Piazza San Babila
La partenza è in Piazza San Babila. In questo percorso notiamo soprattutto la chiesa dedicata a San Babila.
San babila, la chiesa |
Seconda tappa: Palazzo Fontana Silvestri
Proseguendo per Corso Venezia, s'incontra Palazzo Fontana Silvestri, di epoca rinascimentale. Della facciata originaria del palazzo resta il ricco portale d'accesso, fiancheggiato da semicolonne in pietra d'Angera su alti plinti, decorate a candelabra nella parte inferiore e scanalate in alto (di struttura simile a quello di Palazzo Castani in Piazza San Sepolcro o Palazzo Bigli nell'omonima via).
Palazzo Fontana, il portale |
Un tempo la facciata era coperta da affreschi (del Bramante
o, secondo altre fonti, del Bramantino) ora praticamente scomparsi: qualche
resto si nota solo poco sotto il cornicione.
Nel 1961 l'edificio
è stato oggetto di lavori di restauro, intesi a restituirgli l'aspetto
rinascimentale, nei quali emersero alcune aperture e finestre risalenti ad una
preesistente costruzione gotica, che furono in seguito lasciate a vista
dall'architetto Ferdinando Reggiori, che dirigeva i restauri.
Palazzo Fontana |
Terza tappa: Seminario Arcivescovile
Il Seminario Arcivescovile è il seminario dell'Arcidiocesi di Milano.
Le sedi di proprietà del Seminario sono tre, situate a
Venegono Inferiore (in provincia di Varese), Seveso (in provincia di Monza e
Brianza) e Milano, in corso Venezia; tuttavia solo la prima è attualmente
adibita alla formazione dei seminaristi. La sede di Milano è chiusa in attesa
di futuri restauri.
Il primo seminario risale ai tempi di san Carlo Borromeo:
l'inaugurazione avvenne nel 1564. Sotto l'episcopato di Federico Borromeo
assunse forma definitiva la collocazione della sede in corso Venezia, con la
denominazione di Seminario di Porta Orientale. Il portale, di impiano barocco fu disegnato dal Richini nel 1652. Ai lati presenta due cariatidi rappresentanti la Speranza e la Carità.
Quarta tappa: i segni delle Cinque Giornate di Milano
Sui muri dei palazzi di Corso Venezia sono ancora visibili le tracce delle cannonate delle Cinque Giornate di Milano
Quinta tappa: San Pietro Celestino
Orfana del naviglio che le scorreva proprio davanti, la
chiesa di San Pietro Celestino sorge dove probabilmente i Padri della Penitenza
di Dio eressero ancor prima del 1270 una chiesa ed un convento. In quegli anni
San Pietro Celestino qui fondò un ospedale. Nel 1317 i Padri Celestini
raccolsero l’eredità del santo e la chiesa venne ricostruita: campanile e la
volta sottostante che oggi ammiriamo sono di quel periodo.
Nel 1735 l’architetto Bianchi ricostruì la facciata
prendendo spunto da un’altra sua opera, San Francesco di Paola.
San Pietro Celestino, la facciata |
il Drago |
Papa Celestino V |
San Pietro Celestino è lo stesso papa citato da Dante nel III Canto dell'Inferno ove si dice:
« Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,
vidi e conobbi l'ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. »
Attualmente la chiesa è data in uso alla comunità egiziana copta.
Sesta tappa: il Palazzo del Senato
Il Palazzo del Senato è un palazzo storico di Milano, che si
trova in via Senato 10, attualmente sede dell'Archivio di Stato.
il cortile |
L'origine del
palazzo risale al 1608, quando il cardinale di Milano, Federico Borromeo, volle
erigere la nuova sede del collegio elvetico.
Il palazzo del Senato ospitò, durante l'età napoleonica, la
prima buca delle lettere di Milano.
Davanti al palazzo si trova anche la monumentale scultura "Mère Ubu" donata alla città da Joan Mirò nel 1973.
Settima tappa: Palazzo Serbelloni
Palazzo Serbelloni è uno storico palazzo neoclassico di
Milano, situato in corso Venezia n. 16.
La facciata del palazzo è caratterizzata da un loggiato neoclassico progettato dall'architetto Simone Cantoni e finito nel 1793.
Palazzo Serbelloni |
Visibile dall'esterno è l'atrio del palazzo, affrescato a
trompe-l'oeil, mentre non è più possibile trovare lo scalone monumentale,
distrutto dai bombardamenti assieme al salone da ballo.
A Milano esiste una casa con un orecchio ! Si tratta del Palazzo Sola-Brusca chiamato “Cà dell’oreggia” (casa dell’orecchio): una bella costruzione in stile liberty progettata nella seconda metà degli anni Venti, dall’artista mantovano e milanese d’adozione, Aldo Andreani.
la casa con l'orecchio |
il curioso citofono (Adolfo Widt) |
Il palazzo si trova in via Serbelloni 10 e il suo nome deriva proprio dal grande orecchio di bronzo, dotato di padiglione auricolare e condotto uditivo esterno, posto accanto alla porta di ingresso.
Il grande orecchio, opera del 1930 firmata da Adolfo Wildt, genio dell’ art nouveau in Italia, è stato concepito come citofono (è uno dei primi esemplari dell’epoca ed il primo di Milano) ma ora non è più funzionante.
La leggenda subito sorta attorno a questo strano orecchio vuole che, bisbigliando un desiderio nell'orecchio, questo si avveri.
Nona tappa: Palazzo Invernizzi
Più che il palazzo (ispirato al classicismo), è incredibile il giardino: una vera e propria oasi che ospita una colonia di fenicotteri rosa e pavoni creata dal cavalier Invernizzi (l'inventore del "formaggino Mio") e mantenuta per disposizione testamentaria.
Tutti gli uccelli di Villa Invernizzi sono nati in cattività. I loro progenitori furono portati dal Cile e dall'Africa prima che l'Italia, nel 1980, aderisse alla convenzione Cites , che tutela gli animali esotici e le specie a rischio di estinzione.
Palazzo Invernizzi, fontana nel giardino |
il giardino con i fenicotteri |
fontana nel giardino |
Decima tappa: Berri-Meregalli
Il Palazzo Berri Meregalli è sorto nel 1913 su progetto dell’architetto Giulio Ulisse Arata. Il palazzo è in stile eclettico con elementi tratti dal romanico (con le pietre, mattoni a vista, gli archi, le logge), dal gotico, dal rinascimento, frammisti al nuovo gusto liberty. Nell'androne è possibile ammirare i mosaici policromi e i soffitti di Angiolo D'Andrea. Bellissima inoltre è la scultura della Nike Alata opera di Adolfo Widt.
Palazzo Berri Meregalli |
l'atrio con i mosaici policromi |
ingresso col torrione |
la Nike alata (Adolfo Widt) |
la Nike Alata (Adolfo Widt) |
Undicesima tappa: Piazza Eleonora Duse
Oltre al celeberrimo Quadrilatero della Moda, a Milano esiste anche il Quadrilatero del Silenzio. Perfetto per dimenticare la frenesia della città e immergersi in alcuni fra i luoghi più eleganti della Milano ottocentesca. Piazza Eleonora Duse, parte di questo "Quadrilatero" è circondata da bellissimi palazzi in stile Liberty.
Dodicesima tappa: i Giardini Pubblici
Passando sotto l'imponente arco del palazzo della società Buonarroti-Carpaccio-Giotto (progettato da Piero Portaluppi) si sbuca su Corso Venezia, davanti ai Giardini Pubblici.
il Museo di Storia Naturale |
palazzo della società Carpaccio-Buonarroti-Giotto col caratteristico arco |
Tredicesima tappa: Palazzo Castiglioni
Palazzo Castiglioni venne costruito da Giovanno Sommaruga tra il 1901 e il 1904, costutuisce un po' il "manifesto artistico" dell'"Art Nuoveau" a Milano. La costruzione fu commissionata dall'imprenditore Ermenegildo Castiglioni che nel 1900 volle farsi costruire un palazzo a Milano, in Corso Venezia.
Sul portale d'ingresso campeggiavano due imponenti figure femminili metafore della pace e dell'industria. Tali figure però suscitarono scandalo e ne furono tratte vignette satiriche: soprattutto perchè erano troppo procaci e nude, per questo motivo al palazzo venne affibbiato il nomignolo di Ca' di ciapp, ovvero Casa delle chiappe. Le due statue furono così tolte e successivamente poste sul
fianco della villa Luigi Faccanoni sempre a Milano (zona Buonarroti).
bassorilievo sul portone |
le sculture spostate |
la facciata |
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